LA DISCIPLINA DOLCE
Avete forse sentito parlare di disciplina dolce....
Cos'è?
Elena Cortinovis, pedagogista e autrice del libro "La guida definitiva sulla Disciplina dolce. Amarli incondizionatamente", ci fa conoscere la Disciplina dolce.
La Disciplina dolce è un approccio educativo empatico e rispettoso del bambino, che viene visto come portatore di bisogni. «Si basa sull'ascolto profondo del bambino - esordisce l'esperta - e sull'accoglienza delle sue emozioni e delle sue istanze. Così si impara davvero a conoscere il proprio figlio. Noi genitori spesso siamo convinti di conoscerlo a priori e invece non è così». La prima cosa da fare dunque è provare a capirlo come persona qual è, per non limitarsi a rispondere ad esigenze immediate (come ad esempio farlo smettere di gridare) ma per guardare al futuro e crescerlo autonomo, sicuro di sé e rispettato (e di conseguenza rispettoso): «Chiedetevi "Perché si comporta così? E come posso aiutarlo?". Questo metodo apre la comunicazione con il bambino, attraverso la pratica dell'alto contatto, della Comunicazione Non Violenta e della legittimazione delle emozioni proprie ed altrui».
Un link ad alcuni articoli:
https://elenacortinovis.com/la-disciplina-dolce-in-10-punti
Un articolo di Antonella Sagone, psicologa e IBLC, esperta in sostegno all'allattamento.
https://antonellasagone.it/2021/03/06/disciplina-dolce-non-e-dire-sempre-di-si/
Pubblicazioni di A. Sagone:
https://antonellasagone.it/libri-e-pubblicazioni/
Bibliografia ulteriore:
Besame Mucho di Carlos Gonzales
Bésame mucho si basa sul concetto che i bambini sono essenzialmente buoni, che le loro necessità affettive sono importanti e che noi genitori dobbiamo dare loro affetto, rispetto e attenzione.
Carlos Gonzàlez ha il grande merito di mettersi esplicitamente e dichiaratamente dalla parte del bambino, anzi di mettersi nei suoi panni nelle varie situazioni, per difenderlo da quei preconcetti e modelli precostituiti che troppo spesso ispirano i libri di puericultura costituendone il punto di partenza e l'ispirazione generale. Una sorta di tacito assunto a priori che influenza i lettori-genitori, i quali finiscono col credere più alle parole dell'esperto di turno che al loro sentire più intimo e istintivo.
C'è una bella differenza a partire dall'idea che il bambino sia sostanzialmente "buono" e l'idea che invece sia un furbetto manipolatore pronto ad imbrogliarci, ad approfittare della situazione, a fare i "comodi suoi" (molti educatori professionisti e genitori nemmeno sono consapevoli di questa duplice tendenza solitamente inespressa).
C'è una bella differenza a trattarlo con affetto e rispetto praticando l'ascolto nei suoi confronti o investirlo con i nostri schemi e le nostre categorie mentali, fino a renderlo falso e ammutolirlo.
Carlos Gonzales è nato a Zaragoza nel 1960. Laureato in medicina a Barcellona, è stato pediatra in un ospedale della stessa città, dopodiché ha fondato l’Associazione Catalana per l’Allattamento Materno. Da sempre, quindi, si interessa, dal punto di vista medico e umano, alle questioni più delicate legate alla maternità e alla crescita dei figli, ed è divenuto una voce autorevole in questo ambiente.
Allattamento, svezzamento ed educazione stanno al centro dei suoi studi: E la filosofia che sta al centro di tutto è molto semplice: per Carlos Gonzales i preconcetti suoi bambini vanno spazzati via per tornare a metterlo al centro del discorso come figura sociale. Non un adulto in piccolo da manipolare secondo le nostre conoscenze, è chiaro, ma un essere umano fatto e finito con i suoi ritmi, le sue esigenze e i suoi bisogno naturali, che sono in relazione con la sua specifica età e che non devono per forza essere visti in prospettiva del futuro, velocizzando le cose o impostando in vista di qualcosa di più.
Amarli senza se e senza ma: Dalla logica dei premi e delle punizioni a quella dell’amore e della ragione di Alfie Kohn
Un libro per diventare a tutti gli effetti genitori senza se e
senza ma, poiché uno dei bisogni fondamentali del bambino è proprio
essere amato in maniera incondizionata ed essere accettato anche quando
combina guai o fallisce: in sintesi, essere amato per quello che è e non
per quello che fa.Una delle difficoltà maggiori è la tentazione di domare
l'atteggiamento di opposizione dei figli alle nostre richieste,
rischiando di trasformarli in burattini addomesticati o, al contrario,
di provocare danni approvando tutto ciò che dicono e fanno. Allora, come
farsi obbedire dai propri figli? Sistemi educativi quali punizioni,
castighi, premi e altre forme di controllo inducono i nostri figli a
credere di essere amati solo se ci compiacciono o ci colpiscono in modo
favorevole. Nel suo libro Alfie Kohn si allontana dai messaggi veicolati
da certi metodi convenzionali e ribalta la prospettiva, chiedendosi
quali siano i bisogni dei nostri figli e come possiamo soddisfarli.
L'autore suggerisce una serie di idee per allontanarsi da metodi
abituali che prevedono l'imposizione di qualcosa ai bambini, per
approcciarsi a modalità che portino invece alla collaborazione con loro.
Alfie Kohn si occupa di rendere la ricerca sul comportamento umano, e in particolare gli studi sulle conseguenze dei metodi educativi, accessibile ad un pubblico generale. Il Time Magazine lo ha definito "il più schietto critico dell’educazione basata sui punteggi dei test." Le sue critiche hanno contribuito a formare il pensiero di educatori, genitori e dirigenti negli Stati Uniti e all'estero.